La gonna è considerata oggi uno dei capi femminili per eccellenza, simbolo di eleganza e versatilità. Tuttavia, le sue origini sono molto più antiche e sorprendenti di quanto si possa immaginare.

Inizialmente, la gonna non era un indumento esclusivamente femminile: nella storia, è stata indossata da uomini e donne indistintamente, con vari stili e significati. 

Le origini antiche della gonna

Le radici della gonna risalgono a migliaia di anni fa. Ritrovamenti archeologici e raffigurazioni antiche ci riportano alle civiltà mesopotamiche, dove gli uomini e le donne avvolgevano i loro corpi in ampie porzioni di tessuto che coprivano dalla vita in giù.

I prototipi più antichi della gonna appaiono in queste civiltà, dove era comune indossare capi semplici e funzionali per la vita quotidiana.

Uno degli esempi più noti dell’abbigliamento dell’epoca è il kaunakès, una veste a balze realizzata con la pelle di ovini, particolarmente diffusa in Mesopotamia. Questo capo era indossato da entrambi i sessi, un simbolo di status sociale che variava a seconda della sua lavorazione e della qualità dei materiali utilizzati.

Evoluzione della gonna: dal Medioevo al Rinascimento

Durante il Medioevo, la distinzione tra abiti maschili e femminili non era ancora così marcata.
Uomini e donne indossavano tuniche e “gonnelle”, capi ampi e lunghi, spesso riservati a persone di alto rango o al clero.

Il pantalone, al contrario, era considerato un indumento più umile, associato alle attività quotidiane o alla guerra.

È solo con l’avvento del Rinascimento che si afferma una netta separazione tra abbigliamento maschile e femminile.

La gonna inizia a trasformarsi in un capo sempre più voluminoso e decorato, con l’aggiunta di strutture rigide come cerchi e busti, che rendevano l’indumento imponente e spesso scomodo.
Un esempio emblematico è la gonna indossata alla corte di Luigi XIV in Francia: nel 1672, il termine “jupe” appare per la prima volta nel Dictionnaire de l’Académie française, definendo la gonna come un capo femminile che si estende dalla vita fino ai piedi.

Il dopoguerra: la gonna come simbolo di emancipazione

Il XX secolo ha visto una vera e propria rivoluzione nella storia della gonna, legata ai cambiamenti sociali e culturali del periodo.

Già dalla fine dell’Ottocento, le gonne iniziano a diventare più pratiche e funzionali, rispondendo alle esigenze di una società in evoluzione.

Durante i due conflitti mondiali, la carenza di tessuti porta a una riduzione delle lunghezze e a stili più semplici e comodi.
È in questo periodo che nasce la gonna midi, resa celebre dal modello a ruota introdotto da Christian Dior e dall’iconico tailleur firmato Coco Chanel nel 1954.

Ma la vera svolta arriva negli anni ’60, con la creazione della minigonna da parte della stilista Mary Quant, simbolo dell’emancipazione femminile e della rivoluzione giovanile contro le norme conservative e maschiliste dell’epoca.
La minigonna, con il suo stile audace e provocatorio, diventa rapidamente un manifesto di libertà e ribellione.

La gonna oggi: un capo versatile e sempre attuale

Oggi, la gonna continua a essere un simbolo di stile, trasformandosi continuamente per adattarsi ai nuovi trend della moda. Le influenze storiche sono ancora presenti nei design contemporanei, ma la gonna resta un capo iconico e versatile, capace di esprimere la personalità di chi la indossa. Che sia lunga, midi o corta, in tessuti leggeri o pesanti, la gonna si adatta a ogni occasione, dalle più formali alle più casual.

La gonna è molto più di un semplice capo d’abbigliamento: rappresenta la storia e l’evoluzione della moda femminile. Se stai cercando la gonna perfetta per il tuo guardaroba, vieni a scoprire la nuova collezione da Foscarinimoda.
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